Accesso ai servizi

Il Castello

Il Castello


Il castello chiamato anche "rocca" è il monumento più rappresentativo di Savoia. Posto alla sommità di uno sperone, a 740 metri di altitudine, domina con la sua mole l'intero abitato di cui costituisce l'origine stessa. Intorno ad esso e attraverso un processo storico secolare, infatti, si è venuto a sviluppare il borgo medievale di cui è testimonianza, come già detto, l'intrinseca trama di vicoli che da esso si spande e caratterizza l'intero nucleo di Savoia. Il castello è perciò importante non solo come monumento in sé, inteso come testimonianza architettonica, ma soprattutto perché è fulcro urbanistico della città. Nonostante abbia subito manomissioni e trasformazioni, il suo impianto è abbastanza compatto e si inserisce nel tessuto urbano circostante con una logica che rispecchia pienamente i caratteri dell'architettura medievale. La facciata principale, che prospetta su piazza Marconi, s'impone con linearità piatta interrotta da aperture disposte senza un criterio di omogeneità e dal portale in pietra con un arco a tutto sesto, mentre peculiare agli altri lati e la mancanza di uniformità. La costruzione rappresenta un impianto trapezoidale che sviluppa intorno ad una corte interna: negli spigoli che delimitano Vico I del Popolo sono presenti due torri; una terza è posta tra l'ingresso della corte e del
giardino esterno. L'intero edificio si articola all'interno di un perimetro di 130 metri e si sviluppa su due piani fuori terra e uno interrato sulle due ali laterali, mentre sulle ali principali si sviluppa su tre livelli. Attualmente tutto il castello è inagibile e pertanto non è stato possibile visitare l'interno e descrivere i vari ambienti. Si sa comunque che venne frazionato in varie unità abitative, per lo più dislocate ai piani superiori, mentre al piano seminterrato e a piano terra vi sono prevalentemente depositi agricoli e cantine.

Sulla sua origine non si sa molto come poche sono le notizie riferite alla sua evoluzione e trasformazione architettonica. Francesco Paternoster nel suo volume "L'antica Salvia oggi Savoia di Lucania" scrive"……di sicuro rimonta all'epoca feudale e, precisamente, al tempo delle dominazione normanna e di Rggero II…" e aggiunge che "...nel dicembre del 1239 Robertus de Salvia doveva provvedere alla custodia di alcuni prigionieri Longobardi". All'epoca però, il castello aveva dimensioni molto più ridotte dal momento che doveva assolvere ad una funzione prettamente militare. Di sicuro non aveva la tipologia a corte, qual è quella attuale, ma ad L. I primi lati costruiti sono stati quello a Sud e quello ad Ovest; successivamente fu aggiunto il lato Est intorno all'androne di accesso assumendo l'attuale conformazione. L'ipotesi della costruzione in fasi diverse ha trovato conferme nella letteratura dei danni provocati dal sisma del 23-11-1980. Nella relazione allegata al progetto di restauro, trasmesso alla Soprintendenza nel 1986, redatto dall'architetto Pasquale Pucciarelli, è riportato che l'ala Nord del fabbricato, che si ipotizza sia stata costruita per ultima, oltre ad avere i muri meno spessi, ha subito, proprio lungo i lati di attacco alle altre ali, i danni più gravi per la mancanza di connessioni delle strutture murarie tra loro. Inoltre, il lato Est si configurava come difesa naturale costituito dallo strapiombo che ora è occupato dal giardino e dalle case sottostanti. Con il passare del tempo, l'impianto è variato, passando da edificio adibito a scopi militari, a centro della vita del paese: l'antico casale, diventato un tipico borgo feudale, si era ripopolato con l'arrivo dei profughi della città di Satriano, distrutta nel 1430, e da qui, forse, nacque l'esigenza di avere più sicurezza e si pensò di chiudere a corte l'originaria fabbrica. L'ampliamento avvenne, con ogni probabilità, nei secoli XV e XVI quando il castello era posseduto dalla famiglia Caracciolo; a quell'epoca si fa risalire anche la costruzione della galleria.

Sostanzialmente questo impianto è stato mantenuto fino al dopoguerra quando sono iniziati i lavori di ristrutturazione con l'aggiunta di corpi di scala all'esterno per l'accesso ai piani superiori e la chiusura della galleria. Ciò è avvenuto anche in seguito allo smembramento della proprietà che fino ad un certo punto aveva un solo referente, la famiglia Laviano, e poi, con l'acquisizione da parte dei cittadini, è iniziata la trasformazione ad uso abitativo.

Da un punto di vista costruttivo l'edificio è in pietra non squadrata. Le superfici orizzontali sono in legno e laterizi e in alcuni ambienti vi sono volte a botte o a crociera, in pietra e laterizi, che strutturalmente non presentano uno schema leggibile essendo state costruite con materiali disomogenei e con metodi molto approssimativi. Questo spiega anche la gravità dei danni che hanno riportato le strutture proprio in corrispondenza di incroci, innesti e volte. La copertura è in coppi con una "Romanella" a doppio strato. Nel complesso non esistono all'interno particolari di notevole interesse artistico, salvo i dipinti ottocenteschi presenti in una stanza dell'ala orientale.

Il nuovo progetto di restauro, presentato alla Soprintendenza il 2 gennaio 2003, oltre a consolidare la parte strutturale e a ripristinare lo stato estetico è finalizzato alla costruzione di un Museo Civico Salviano e di una sala multimediale nel sottostante giardino pubblico.

La programmazione prevede la realizzazione di un polo museale con servizi annessi al castello e zone limitrofe attualmente in fase di realizzazione.

Specificatamente sono previste, la "Collezione Vernotico" sul Ventennio e la "Sezione Passannante" che in attesa d’essere trasferiti all’interno delle stanze medievali del castello di Savoia sono oggi provvisoriamente ubicate negli ex locali della Comunità montana Melandro di corso Garibaldi.